La saga viaggi di famiglia continua: destinazione PARIGI per 6 giorni

Finalmente siamo tornati a Parigi!!!! A distanza di 6 anni ne sono cambiate di cose … e questo ovviamente si è rispecchiato anche nel nostro viaggio!! A mio avviso Parigi è una città da visitare: ha tanta arte, tanta storia, tanta architettura … ha veramente molto da raccontare e noi da scoprire!!! Andare la prima volta a Parigi senza salire sulla Tour Eiffel o entrare almeno al museo del Louvre e al museo d’Orsay non è ammissibile!! Pertanto, in questo mio diario, cercherò di fondere il fitto programma che ha caratterizzato il nostro primo viaggio a Parigi, quando eravamo una giovane coppia ancora alla soglia dei 25 anni e abbiamo approfittato letteralmente di tutti gli ingressi gratuiti a musei e attrazioni che avevamo a disposizione, e la spensieratezza con cui abbiamo affrontato questa nuova visita della città, consapevoli che con un bambino piccolo, ci si deve accontentare di passeggiare e riempiersi gli occhi e il cuore di immagini e ricordi indimenticabili!!

Prima di cominciare il racconto di questa vacanza, facciamo un piccolo passo indietro. Come per il nostro primo viaggio con la bimba a Praga abbiamo scelto Parigi perché la conoscevamo già e questo ci ha permesso di goderci l’esperienza senza rinunciare a niente che non ci fossimo già concessi almeno una volta. L’altro requisito fondamentale a favore di Parigi è stato la durata del volo: circa 1h e 45 minuti, l’ideale per restare entro i limiti di sopportazione sia di nostra figlia che di tutti gli altri passeggeri!! ?
Abbiamo scelto di nuovo di volare con Easyjet, sia per la comodità degli aeroporti a cui si appoggia che per l’ampia scelta di orari nell’arco di una stessa giornata, permettendoci di scegliere la soluzione meno stressante possibile: con un bambino piccolo, partenze prima delle 8.00 e arrivi dopo le 22.00 sono da evitare!
Abbiamo deciso di soggiornare 6 giorni e 5 notti partendo il 7/8 e rientrando il 12/8. Come vi racconterò, qualche imprevisto ci ha portato a prolungare il soggiorno di addirittura due giorni, rientrando quindi il 14/8. In linea di massima 5 giorni sono sufficienti per visitare bene la città ma se capitasse l’occasione, a Parigi non si fa certo difficoltà a riempire qualche giorno extra!

Piccola parentesi sugli aeroporti di Parigi: pro e contro di Orly vs Charles de Gaulle. Orly è molto più piccolo e meno trafficato, il che lo rende più facilmente accessibile. È anche più vicino al centro città quindi si risparmiano tempo e un po’ di soldi se si decide di prendere il taxi. Di contro c’è che, essendo un aeroporto più piccolo, ho avuto l’impressione che in certe situazioni possa essere penalizzato. Forse è stata una casualità o forse per Easyjet è un pessimo periodo ma al rientro abbiamo trovato parecchi voli cancellati! La mia impressione è stata che, se le compagnie non riempiono abbastanza i voli, ne cancellano alcuni smistando i passeggeri su altri voli il giorno stesso, nei giorni successivi o in altri aeroporti. In questo tipo di dinamiche l’aeroporto più piccolo viene sicuramente penalizzato perché ha meno utenti. Pertanto secondo me a Charles de Gaulle si rischia meno di imbattersi in qualche disagio.

07/08 Sfortunatamente il nostro volo di andata è partito con un’ora di ritardo, inconveniente che normalmente non crea grossi problemi ma nel nostro caso ci è costato dover anticipare il pisolino pomeridiano in aeroporto e attivarci in mille modi per intrattenere la piccola sull’aereo! Da una certa età in poi è davvero difficile riuscire a tenerli fermi per lunghi periodi! Per fortuna che, a differenza della macchina, in buona parte del tragitto aereo sono un po’ più liberi di muoversi.

Piccola parentesi: nel caso ve lo foste mai domandati, per fortuna l’aereo ha il fasciatoio in bagno, perché a noi questa volta è decisamente servito.

Ritardo a parte, siamo atterrati a Parigi Orly intorno alle 18.00. Una volta recuperato il nostro bagaglio da stiva (di cui una volta avrei saputo fare a meno ma adesso con un bambino è proprio indispensabile) e il nostro passeggino, ritrovato nella sezione bagagli oversize, ci siamo attivati per raggiungere il centro città.

Ci sono diverse soluzioni per RAGGIUNGERE IL CENTRO DI PARIGI e, col senno di poi, da Orly opterei senz’altro per il taxi (che è quello che abbiamo fatto al ritorno). All’andata ci ha dissuaso solo il fatto che ci abbiano risposto di non avere alcun seggiolino auto disponibile!
A Parigi le quote dei taxi dagli aeroporti al centro città sono fisse: da Orly costa 30€ entro la riva sinistra della Senna e 35€ oltre la riva destra. Al contrario da Charles de Gaulle sono 50€ entro la riva destra e 55€ oltre la riva sinistra. Ci sono poi dei supplementi di 5€ per il quarto passeggero o per il seggiolino auto.
Con i mezzi pubblici invece ci sono due diverse soluzioni! Si può acquistare il biglietto singolo al costo di 12€ che include l’Orlyval, un trenino che conduce fino alla più vicina fermata della metropolitana che è Antony (in zona 5) e la tratta metropolitana stessa fino al centro città! Il biglietto si fa direttamente in aeroporto seguendo le indicazioni per Orlyval e si convalida una volta arrivati ad Antony. Già viaggiando in tre, oltre che più scomodo diventa anche sconveniente rispetto al taxi ma, come vi dicevo, non essendo sicuri di poter avere il seggiolino auto non ci siamo fidati. Ad ogni modo in circa 45 minuti siamo arrivati a Gare du Nord.
Nel caso in cui il vostro soggiorno fosse di 3 o 5 giorni e foste interessati ad andare a visitare anche Versailles o Disneyland, una buona soluzione può essere l’acquisto del Paris Visite zone 1-5 che permette di muoversi liberamente per tutta Parigi e dintorni nei giorni scelti. Il costo a persona per 3 giorni è di circa 54€ mentre per 5 giorni è di 66€ ma includendo già gli spostamenti da/per l’aeroporto (24€), eventuale tragitto per Versailles o Disneyland e i quotidiani trasferimenti in metro, risulta comunque una soluzione pratica e comoda (sperando sempre di non perdere il pass che è talmente piccolo da sembrare fatto apposta per facilitarne lo smarrimento). Il Paris Visite consente anche riduzioni sui biglietti di ingresso di alcune attrazioni (tra le quali l’Arco di Trionfo, il Museo di Picasso, il Pantheon, l’osservatorio panoramico della Torre di Montparnasse, etc …). Ovviamente in tutto questo i bambini sotto i due anni viaggiano gratis. Vi lascio il link alla guida del Paris Visite sia del sito ufficiale dei trasporti parigini che di un sito fatto molto bene e forse più comprensibile.
Concludendo il tema trasporti, come ultima soluzione c’è il bus ma a mio avviso non ha molto senso, a meno che non si viaggi da soli o in coppia con budget ridotto.
Dal momento che il nostro soggiorno era di 6 e non di 5 giorni, non ci è stato possibile includere in un Paris Visite entrambi i tragitti da/per l’aeroporto quindi abbiamo optato per un biglietto singolo fino al centro per il primo giorno, contando che, vista anche l’ora di arrivo, una volta raggiunto l’alloggio non ci saremmo più mossi e un Paris Visite 5 giorni zone 1-3 per i giorni a seguire lasciando così scoperto il ritorno in aeroporto ed eventuali spostamenti fuori area che comunque alla fine non abbiamo fatto. Solitamente quando viaggiamo io e mio marito siamo abituati a muoverci a piedi il più possibile, prendendo al massimo un paio di metro al giorno: giusto quella del mattino e quella della sera, e al più una extra per le zone un po’ più scomode. L’abbonamento ci risulta più una comodità che un risparmio. In questo caso, alloggiando un po’ fuori ed essendoci anche la bambina, pensavamo che sarebbe stato diverso invece non ci siamo smentiti e abbiamo preso la metro al massimo tre volte in una giornata. In questi casi può esser conveniente anche solo acquistare un carnet di biglietti da dividersi in famiglia.

Passiamo adesso all’ultima questione importante prima di iniziare finalmente a descrivere questa magnifica città: l’alloggio!!! Come per il nostro precedente viaggio a Praga, confermo che con dei bambini la soluzione migliore sia un appartamento perché permette di rientrare senza tirar troppo la corda e senza pestarsi i piedi come succede invece in una piccola camera d’albergo! Inoltre spesso è anche più conveniente. Il problema, a Parigi più che in altre città, è stato individuare un appartamento pulito!!! Anche se più caro, per le ricerche tendo sempre a prediligere Booking piuttosto che Airbnb o altri siti, perché esiste da più tempo e offre quindi molte più recensioni utili a farsi un’idea chiara e precisa! Leggendone alcune di certi appartamenti stavo davvero iniziando a demoralizzarmi; anche laddove c’erano foto strepitose e il posto sembrava appena ristrutturato, il punteggio medio per la pulizia negli appartamenti era 6.5/10! Non sono mai stata schizzinosa ma c’è comunque un limite, a maggior ragione adesso che c’è anche la bambina a gattonare dappertutto. Inoltre molti utenti riferivano di aver riscontrato difficoltà nel recuperare le chiavi o nel contattare l’host al bisogno. La nostra scelta è pertanto ricaduta su una catena di residence molto diffusa a Parigi: Adagio e, più che altro per una questione economica, tra i tanti che si trovano in centro città abbiamo optato per quello situato a Montmartre: l’Adagio Paris Montmartre. Abbiamo speso circa 780€ per un appartamento con 3 posti letto più il lettino per la bambina. Era bello, pulito, spazioso, fornito di biancheria per la casa e di tutto il necessario per sfruttare al meglio anche la cucina, ha una reception aperta 24h/24, un bel giardino, è a due passi sotto la Basilica del Sacro Cuore e ha due fermate metro vicinissime. L’unico difetto è relativo alla zona che, per quanto bellissima e da vedere (la parte alta di Montmartre più che altro, non proprio dove eravamo noi) è pur sempre un po’ fuori dalle principali aree di interesse e abbastanza vicina a Pigalle e a Gare du Nord da non renderla troppo rassicurante, specie dall’imbrunire in poi.

Verso le 20.00 ci siamo finalmente potuti sistemare in appartamento, fare una spesa veloce al Carrefour di fronte aperto fino a tardi, cenare e filare a nanna pronti l’indomani ad iniziare questa fantastica avventura.

08/08 In molti mi hanno chiesto se non sia difficile viaggiare con un bambino! Ovviamente è più complicato rispetto a quando eravamo in due ma il segreto è prendersela comoda. Ecco infatti che la nostra prima mattina non ci siamo messi alcuna sveglia, abbiamo fatto un’abbondante colazione a casa e siamo usciti in tutta tranquillità dopo le 10.00.

Ognuno gestisce il suo itinerario sulla base della propria posizione di partenza. Per quanto ci riguarda abbiamo sfruttato la vicina fermata della metro di Anvers e ci siamo diretti verso Place de la Concorde, a mio avviso, uno dei punti chiave della città in quanto si trova praticamente al centro delle principali zone di interesse turistico. Appena usciti dalla metro ci siamo trovati in questa grandissima piazza (sfortunatamente aperta al traffico) sullo sfondo della quale si intravedono la ruota panoramica dei Giardini di Tuileries da un lato, l’Arco di Trionfo da un altro e la Tour Eiffel da un altro ancora. Nel dubbio direi che è sempre un ottimo punto di partenza per visitare la città!!

Per la nostra bambina si era già fatta ora del pisolino di metà mattina per cui tra le varie direzioni possibili, abbiamo scelto di iniziare con una tranquilla passeggiata all’interno dei Giardini di Tuileries. So che ci sono parchi e giardini ben più belli eppure questo è senz’altro uno dei miei luoghi preferiti della città per l’atmosfera che si respira. Questo posto chiama proprio a fermarsi e a prendersi del tempo per godersi un perfetto panorama parigino. A questo scopo il parco è attrezzato con tantissime sedie e poltrone distribuite soprattutto attorno alle sue fontane. Sedersi qui ad ammirare i caratteristici edifici in stile parigino tutto attorno al parco, il prato e le siepi perfettamente curate, la grandissima ruota panoramica, la Tour Eiffel in lontananza e il vicino Arco del Carosello è qualcosa da fare assolutamente!! Può essere un buon pretesto per riposare le gambe dopo una lunga giornata a spasso per la città o un ottimo punto per gustarsi un semplice pranzo al sacco.
All’interno di questi bei giardini, oltre a tante fontane, tante poltroncine e un paio di bistrot c’è anche un vero e proprio luna Park cui fa da padrona incontrastata la grandissima ruota panoramica ?La prossima volta che torneremo, quando la nostra bambina sarà un po’ più grande, penso proprio che non potremo fare a meno di sperimentarlo.

Dopo aver attraversato tutti i Giardini e aver goduto della loro piacevole atmosfera, abbiamo passato l’Arco del Carosello e ci siamo trovati davanti ad un’altra Piazza importantissima, quella del Museo del Louvre, cui fa da padrona la tanto discussa piramide di vetro. Oltre ad esser d’obbligo una visita del museo almeno una volta nella vita (sebbene probabilmente non ne basterebbero dieci per visitarlo tutto come merita), anche godersi la magnifica architettura dei suoi edifici e le diverse prospettive che si possono catturare girando per il suo cortile è qualcosa che vale assolutamente la pena di fare! Sarebbe davvero difficile non passare almeno per sbaglio di fronte al Louvre ma se anche doveste decidere di non essere interessati a visitarlo (perché magari la vostra permanenza è troppo breve o perché come noi siete accompagnati da piccole creature) cercate di recarvi almeno una volta alla Piramide e girate lo sguardo a 360 gradi per rendervi conto dell’ennesimo spettacolo offerto da questa città.

Come potrete immaginare, avendo già avuto la possibilità di visitare il museo due volte e avendo con noi una bambina di neanche un anno, per questo viaggio abbiamo rinunciato in partenza all’idea di visitare musei, e specialmente questo, per il quale una giornata intera sarebbe anche troppo poco. Tuttavia, se l’ingresso fosse stato gratuito, come è per tutti i musei di Parigi la prima domenica del mese, e se per qualche congiunzione astrale non ci fosse stata una coda di quasi 3 ore da fare, beh… anche solo un paio d’ore al suo interno avrei provato a trascorrerle. La sezione di arte egiziana, assira e babilonese penso possa essere una piacevole attrazione anche per i più piccoli. Io personalmente adoro anche la sezione di arte greca e quella di pittura francese del ‘900.
Oltre che la prima domenica del mese per chiunque, l’ingresso è sempre gratuito anche per tutti gli under 26, opportunità della quale abbiamo approfittato entrambe le volte. La seconda volta abbiamo approfittato anche dell’apertura serale del mercoledì e ci siamo recati al museo alle 17.00 dopo una giornata trascorsa a visitare la reggia di Versailles. In questo modo siamo anche riusciti ad evitare la lunga attesa solitamente necessaria per i controlli e i biglietti ed essendo per noi l’ingresso gratuito, non ci è nemmeno sembrato uno spreco economico aver solo cinque ore a disposizione ma una bellissima opportunità che consiglio a tutti i giovani visitatori. Oltre che il mercoledì, il museo resta aperto fino alle 22.00 anche il venerdì mentre solitamente la chiusura è alle 18.00. Il biglietto standard per accedere al museo è di 15€.
Una cosa che avevamo notato durante il nostro viaggio nel 2013 e che andrebbe verificata perché si tratta davvero di molto tempo fa, è che ci sono tre ingressi per accedere al Louvre: quello più conosciuto e affollato (quindi da evitare sicuramente) è quello dalla Piramide. Ne esiste anche uno da Galerie du Carousel ma quello meno battuto e che vi consiglio di cercare è quello da Passage Richelieuche, che però chiude sempre alle 18.00 anche nei giorni in cui il Louvre resta aperto fino a tardi.

A questo punto si era già avvicinata di molto l’ora di pranzo, così abbiamo riattraversato nuovamente i Giardini di Tuileries per tornare in Place de la Concorde e muoverci questa volta in direzione Tour Eiffel, contando di trovare un ristorante strada facendo. Nel tragitto dalla pizza al monumento simbolo della città, è impossibile non notare il magnifico Pont Alexandre III, costruzione in stile Art Nouveau con moltissimi dettagli dorati in linea con l’altrettanto sfarzoso Hôtel des Invalides verso il quale conduce.
Una volta arrivati al Ponte, ci sono tre diverse strade possibili per raggiungere la Tour Eiffel: si può continuare sulla riva destra della Senna godendo quindi di una prospettiva sempre diversa e ravvicinata del monumento, si può attraversare il ponte e proseguire lungo la riva sinistra entrando nel distretto universitario, oppure si può allungare un po’ la strada inserendo una tappa a Les Invalides ed arrivare poi alla torre dall’estremità opposta di Campo di Marte.
Noi abbiamo escluso la prima possibilità perché lungo la strada eravamo sicuri che non avremmo trovato alcun ristorante se non quelli sulle barche ormeggiate lungo il fiume, che però temevamo essere un po’ troppo turistici. Abbiamo quindi optato per il secondo tragitto, passando alla riva sinistra del fiume ed entrando nel quartiere universitario dove infatti abbiamo trovato proprio quello che cercavamo.
Questa volta non ci siamo neanche mai spinti fino a Les Invalides: a Parigi è tutto un susseguirsi di monumenti strepitosi che sono così grandi e imponenti da sembrare vicinissimi tradendo così la percezione delle lunghe distanze. Durante il nostro viaggio precedente invece, abbiamo visitato anche questo monumento che ospita al suo interno la maestosa tomba di Napoleone ed un museo veramente interessante sull’Esercito francese che custodisce divise e armature dei soldati francesi dal medioevo fino alla seconda guerra mondiale. Anche in questo caso eravamo riusciti ad approfittare dell’ingresso gratuito per gli under 26. Se vi avanza tempo è una tappa interessante.

Tornando invece al nostro viaggio attuale, come dicevo la zona che si sviluppa sulla sponda sinistra del fiume fino alla Tour Eiffel è zona universitaria e lungo il nostro percorso abbiamo trovato parecchi bistrot con prezzi nella media. Tra i tanti abbiamo scelto di mangiare al Au Canon des Invalidesdove abbiamo speso circa 13€ a testa mangiando bene anche se non troppo abbondante.

Devo dire che a Parigi non si mangia male rispetto a molti altri paesi: la cucina è sana e ben variegata. Una piccola nota utile, che con noi ha sempre funzionato tranne in un unico locale, è quella di chiedere da bere una caraffa d’acqua, che è gratis, altrimenti una bottiglia di acqua da 50 ml può costare anche 7€ (non esagero!). Ad ogni modo non c’è “coperto” da pagare e nemmeno tasse aggiuntive o mance obbligatorie (come ad esempio negli Stati Uniti) per cui il prezzo che leggete nel menù è quello e basta.

Terminato il pranzo abbiamo proseguito lungo la strada del locale fino ad incrociare Rue de l’Université, alla fine della quale si gode di una delle panoramiche più belle e fotografate dellaTour Eiffel.
Rispetto all’ultima volta che ci siamo trovati sotto il monumento tra i più famosi e amati al mondo, purtroppo non è più possibile passarvi sotto: è stata costruita una barriera tutto intorno alla base alla quale è possibile accedere solo dopo aver fatto il biglietto e passato i controlli. Ovviamente salire sulla torre è una cosa da fare assolutamente! Qui non ci sono riduzioni, l’unica scelta è se salire con le scale (al costo di 5€) o con l’ascensore (8.50€ fino al secondo piano e 14€ fino all’ultimo). A suo tempo noi siamo saliti per le scale ma onestamente non lo rifarei più! Non soffro particolarmente di vertigini ma ho avuto l’impressione di arrampicarmi su un’impalcatura a centinaia di metri d’altezza. Complice la lunga coda (dei nostri amici che erano lì in quei giorni ci han detto di aver fatto quasidue ore di attesa prima di poter salire) abbiamo rinunciato all’ascesa e ci siamo goduti il panorama dall’immenso prato di Campo di Marte.
Nei dintorni immediati della Tour Eiffel non ci sono fermate della metropolitana comode. Pertanto una volta lì sotto conviene o attraversare tutto il parco fino a raggiungere Les Invalides o, come abbiamo fatto noi, attraversare la Senna e raggiungere il Trocadéro.

Con Trocadéro si intende tutta la vasta area monumentale che va dal fiume a Palais de Chaillot, il grandissimo edificio che svetta proprio di fronte alla Tour Eiffel e che ospita diversi musei e teatri. Il Trocadéro è noto a tutti per i suoi ampi giardini, per le sue splendide fontane e soprattutto per la veduta panoramica sulla Tour Eiffel di cui si gode dalla piazza sopraelevata di fronte a Palais Chaillot. Anche passare di qua e prendersi del tempo per godersi questo scenario meraviglioso è decisamente inevitabile!

A questo punto si erano già fatte le cinque e, considerato che si trattava solo del primo giorno, abbiamo deciso di iniziare ad incamminarci verso casa. C’è una fermata della metropolitana comodissima proprio all’inizio di Palais Chaillot tuttavia nel nostro caso si trattava di una linea completamente inutile che ci avrebbe costretto ad almeno un paio di cambi. Purtroppo le linee della metro di Parigi non sono sempre comodissime e si rende spesso necessario fare diversi cambi; ecco perché noi finiamo sempre per muoverci a piedi, almeno ci godiamo la città. Col passeggino, a maggior ragione, abbiamo spesso trovato più pratico camminare un po’ di più piuttosto che incastrarci in metropolitana. Ho constatato con dispiacere che Parigi è piena di barriere architettoniche e che le fermate della metropolitana con ascensore sono davvero pochissime se non nulle! Un disabile non potrebbe mai usufruirne! Dei genitori invece devono ogni volta sollevare il passeggino per diverse rampe e poi preferibilmente raccogliere tutto quello che ci seminano dentro e chiuderlo per salire sul treno. Ecco perché avere diversi cambi da fare diventa più un traffico che un vantaggio.

Ritornando al punto, per queste ragioni noi abbiamo preferito camminare fino all’Arco di Trionfo da dove ci era possibile prendere la metro diretta fino a casa. Quella dal Trocadéro all’Arco di Trionfo non è una passeggiata particolarmente interessante, la zona non offre granché da ammirare ed è anche piuttosto lunga: ci si impiagano circa 20/25 minuti. Ad ogni modo è la dimostrazione che la città si può tranquillamente girare senza ricorre quasi mai ai mezzi di trasporto.

Una volta giunti sotto l’Arco ci siamo limitati ad ammirarlo all’esterno: non ci siamo incamminati lungo gli Champs-Élysées (che ci avrebbero riportato a Place de la Concorde da dove avevamo iniziato la giornata) né abbiamo preso in considerazione salire sull’Arco ad ammirare il panorama. Tuttavia, salire sull’Arco di Trionfo ed ammirare Parigi dall’alto, inclusa la Tour Eiffel, è stata un’altra delle tantissime cose che avevamo fatto nel nostro viaggio precedente sempre usufruendo dell’ingresso gratuito per gli under 26. Per tutti gli altri invece il Paris Visite dà diritto a 2€ di sconto sul biglietto intero che costa 9.50€.

Ed è proprio qui che concludiamo questa nostra prima giornata parigina. Siamo rientrati verso le 19.00 per cenare e lavarci con calma e riposare in vista del giorno seguente.

09/08 Purtroppo il secondo giorno si sono confermate le pessime previsioni meteorologiche e ci siamo svegliati con la pioggia. Per fortuna non è stata una pioggia continua ma la giornata è sempre stata grigia e, soprattutto, decisamente fresca per il periodo. C’è da dire che la scelta di Parigi è stata influenzata anche dal fatto che non ha mai temperature troppo elevate (a parte la settimana prima del nostro arrivo durante la quale, fatalità, è stato registrato un record storico di caldo). Oltre a trovarsi più a nord di quanto ci possa sembrare (lo abbiamo notato dal fatto che il sole tramontasse ben 45 minuti dopo che a Venezia), è una città molto ventilata e per questo caratterizzata da un clima abbastanza secco quindi, anche ad agosto, difficilmente si patisce il caldo come in Pianura Padana.

Avevamo già in mente di approfittare della prima giornata incerta per restare nei paraggi e visitare Montmartre cosicché, se fosse diventato difficile stare fuori, avremmo potuto rientrare facilmente e approfittarne per pranzare o fare un riposino. Una volta usciti di casa, in un paio di minuti siamo quindi arrivati ai piedi della Basilica del Sacro Cuore, proprio dove parte la funicolare. Un tempo sarebbe stata per noi assolutamente non necessaria ma adesso, col passeggino appresso, è stata indispensabile perché non ci sono rampe per salire diretti fino alla Basilica, solo scale. Il biglietto della funicolare è incluso nel Paris Visite.
Dopo aver ammirato il panorama dall’alto sulla città, complice la pioggia, abbiamo visitato l’interno della Basilica, approfittando del fatto che non ci fosse attesa per entrare.

Terminata la visita abbiamo passeggiato per Montmartre, probabilmente uno dei luoghi dalla più tipica atmosfera parigina. La mia impressione è stata che, rispetto a sei anni fa, nella piazza principale abbiano tolto un po’ di spazio agli artisti di strada a vantaggio dei vari café che la circondano. Probabilmente una delle cose caratteristiche da fare sarebbe proprio una bella colazione affacciati su Place du Tertre, magari con vista sulla cupola del Sacro Cuore.
Proseguendo il nostro giro siamo scesi per Rue Norvins e Rue des Saules passando davanti a moltissime botteghe e bistrot caratteristici tra cui i fotografatissimi Le Consulat e La Maison Rose. Ci sarebbe piaciuto provare a pranzare in uno di questi locali ma era ancora abbastanza presto e purtroppo la pioggia ci ha poi convinti a rientrare verso casa. Sulla strada del rientro siamo passati anche per il Moulin de la Galette, un bellissimo vecchio mulino diventato ormai un ristorante da diversi anni.

Fintanto che ci siamo rifugiati a casa per pranzare, per fortuna il tempo è andato migliorando, per cui nel primo pomeriggio siamo usciti nuovamente e ci siamo diretti a piedi da Anvers a Pigalle fino allo storico e intramontabile Moulin Rouge. La passeggiata per il quartiere a luci rosse è, a mio avviso, piuttosto triste e squallida, sebbene io sia da sempre convinta che per poter conoscere una città non si possa visitarne solo la parte monumentale e turistica. Ad ogni modo questa zona di Parigi è storicamente così ed è proprio grazie a questo che il Moulin Rouge è diventato addirittura un simbolo della città. D’altra parte da fuori non sarebbe altro che un simpatico edificio con uno sgargiante mulino rosso sul tetto. Oltre che la classica foto di rito capelli al vento sopra la grande bocca d’aria che si trova sull’altro lato della strada, bisognerebbe assistere ad uno degli spettacoli che ancora vengono messi in scena al suo interno. Sfortunatamente i prezzi sono decisamente proibitivi per cui non lo abbiamo mai fatto prima e decisamente non ci è sembrato il caso adesso che c’è la bambina.

Da Pigalle abbiamo poi preso la metropolitana fino a Charles de Gaulle-Étoile riprendendo da dove avevamo concluso la giornata precedente, ossia sotto l’Arco di Trionfo, per incamminarci questa volta lungo gli Champs-Élysées. Ci è sembrata la scelta migliore visto che il tempo era ancora incerto e piuttosto fresco (così nel caso potevamo sempre ripararci dentro qualche negozio); inoltre tra una cosa e l’altra era già pomeriggio inoltrato e questa è una delle zone un po’ più scomode da raggiungere a piedi e quindi più difficile da inserire in un itinerario. In questo modo abbiamo riempito perfettamente il buco di questa nostra seconda giornata.
Ci siamo quindi presi quel che restava del pomeriggio per passeggiare in totale tranquillità lungo questo famosissimo viale. Tra vetrine, qualche visita più approfondita in alcuni negozi e un caffè da Starbucks, siamo giunti alla fine di questa enorme strada (sia in termini di lunghezza che di larghezza) che in fin dei conti non ha molto di speciale se non ospitare quasi esclusivamente negozi di lusso. Tutto illuminato sotto Natale o alla sera, magari con molto meno traffico automobilistico di quello che c’è di giorno, è sicuramente più suggestivo. La passeggiata lungo i negozi invece è assolutamente poco caratteristica e, forse proprio per la larghezza del viale, molto meno elegante e accattivante di quanto possa essere via Condotti a Roma.

Arrivati in fondo agli Champs-Élysées siamo passati davanti ad altri due edifici monumentali della città: il Grand e il Petit Palais, costruiti uno di fronte all’altro in occasione dell’esposizione universale del 1900. Questi due padiglioni ancor oggi ospitano mostre permanenti e temporanee. Si notano da diversi punti della città per la particolare struttura in vetro del tetto del Grand Palais.
Proseguendo ci siamo ritrovati all’inizio del magnifico Pont Alexandre III e non abbiamo saputo resistere al richiamo di affacciarci nuovamente da lì ad ammirare la città lungo la Senna, questa volta con una luce completamente diversa rispetto al cielo blu e al sole alto di mezzogiorno del giorno precedente.
Ed ecco che in un attimo siamo tornati a Place de la Concorde da dove era iniziata la nostra prima giornata e dove invece si conclude questa seconda. Da qui infatti abbiamo preso la metropolitana che ci ha portato diretti ad Anvers pronti per una tranquilla serata a casa.

10/08 Dal momento in cui quella sera del 15/04 di quest’anno ho sentito la notizia dell’incendio a Notre Dame ho subito provato rammarico per aver rimandato a lungo questo viaggio che avevo voglia di rifare da almeno un paio d’anni. Più passavano le ore e più ho temuto che non sarebbe davvero rimasto più nulla di quel capolavoro e mi sono domandata quanto impensabile fosse Parigi senza Notre-Dame. Non che quello che è successo non abbia fatto danni pazzeschi ma è stato un sollievo per me sapere che la facciata della Cattedrale e buona parte della struttura erano ancora in piedi a conservare il loro posto nel panorama cittadino e nel cuore dei suoi visitatori. Perché è davvero impossibile non innamorarsi dell’immagine di Notre-Dame lungo la Senna. Ho fatto fatica a rimandare fino al terzo giorno la tappa alla cattedrale ma finalmente il momento è arrivato.

La mattina andiamo a prendere la metropolitana una fermata più indietro di Anvers: a Barbès Rochechouart dove passa la linea 4 che conduce fino a Cité, punto perfetto per iniziare a visitare la zona. A Cité si trova infatti la Conciergerie, cui abbiamo fatto visita nel corso del nostro viaggio precedente sempre motivati dall’ingresso gratuito per gli under 26. Questo palazzo, nato come sede reale, ai tempi della rivoluzione divenne un tribunale rivoluzionario con una propria prigione, nella quale fu incarcerata anche Maria Antonietta. Ad oggi è possibile visitarne sia le sale gotiche che una ricostruzione molto fedele delle sue prigioni. Non la metterei certo tra le cose più importanti da fare in città ma se avanza tempo e, a maggior ragione se si ha la possibilità di entrare gratis come noi, è pur sempre un pezzetto di cultura aggiunta al proprio bagaglio di viaggiatore.

L’Île de la Cité è una vera e propria isola fluviale formatasi tra le due sponde della Senna. Proseguendo dalla Conciergerie verso il ramo sinistro del fiume, si arriva a Pont Saint-Michel da cui finalmente fa capolino la magnifica Cattedrale di Notre-Dame. Come vi dicevo, a colpo d’occhio, specie se si è un po’ distanti e non si ha bene in mente la sua architettura iniziale, sembra esser rimasta sempre la stessa. Infatti la facciata, che è sicuramente l’immagine più conosciuta della cattedrale, si è conservata completamente.
Ovviamente non ci siamo limitati ad osservarla da lì ma vi abbiamo camminato attorno. Tutto il perimetro di Notre-Dame, compresa la piazza davanti (Place du Parvis-Notre-Dame) e i giardini posteriori (Square Jean-XIII), sono transennati per ragioni di sicurezza quindi non è possibile avvicinarsi più di tanto. Ad ogni modo, specialmente sul versante posteriore, il danno è più che evidente.
Per fortuna, anche il magnifico interno della cattedrale gotica più famosa al mondo, avevamo avuto modo di apprezzarlo già due volte nel corso dei nostri viaggi precedenti. Non abbiamo mai avuto occasione invece di salire su una delle due torri. Speriamo che riescano a restaurarla e riaprirla il prima possibile.

Tutto il quartiere che si sviluppa sul lato sinistro della Senna all’altezza di Notre-Dame è il cosiddetto quartiere latino ed è in assoluto la zona migliore di tutta Parigi per mangiare. Tra le sue vie molto caratteristiche si trovano centinaia di ristoranti, non solo di cucina francese ma di ogni etnia esistente!! Nel corso di questo e del viaggio precedente, ne abbiamo approfittato diverse volte prediligendo soprattutto i ristoranti tipici. La maggior parte di questi offre menù fisso per diverse fasce di prezzo, sia a pranzo che a cena! Sono quasi tutti locali molto turistici ma devo dire che comunque non si mangia male e il prezzo è davvero competitivo: si va dai 12€ ai 16€ per il menù con le pietanze più semplici, e include un primo, un secondo con contorno e il dolce. Sono escluse le bevande ma, come vi dicevo, ordinando una caraffa d’acqua si è apposto.
Dopo aver passeggiato per il quartiere e studiato un po’ la situazione, abbiamo scelto La Cochonnaille. Abbiamo mangiato sui tavolini in strada visto che la stagione lo consentiva (l’interno invece, specie il piano inferiore, è un po’ claustrofobico) e, a parte il servizio piuttosto lento, ci siamo trovati bene! Non avendo fretta, non è neanche male prendersi un po’ di tempo per godersi la situazione. Abbiamo sbagliato solo ad ordinare qui il caffè, visto che ci è costato 3€ e non era per nulla buono ma per il resto non ci sono state sorprese e abbiamo speso i nostri 12€ a testa.

A questo punto siamo passati per la vicina piazza Saint Michel, dove fa da padrona la bellissima omonima Fontana, altro monumento assai conosciuto della città. Siamo poi tornati lungo la Senna dove abbiamo proseguito in direzione Tour Eiffel. È stata una passeggiata piuttosto lunga ma piacevole, nonché ideale per cullare il pisolino della bimba. Ovviamente non abbiamo mancato di deviare all’interno dei Giardini di Tuileris e per la Piramide del Louvre, una volta giunti alla loro altezza. Abbiamo nuovamente attraversato Pont Alexandre III e proseguito per il distretto universitario fino ad arrivare finalmente sotto la Tour Eiffel.

Oltre a vedere la Cattedrale di Notre-Dame, l’altra cosa che volevamo assolutamente riuscire a fare in questa nostra terza giornata a Parigi, era assistere allo spettacolo di luci che la Tour Eiffel mette in atto allo scoccare di ogni ora dall’imbrunire fino all’una di notte. Il fatto che fosse estate e che Parigi sia più a nord di quanto sembri non ci ha aiutato: il primo spettacolo è stato quello delle 22.00 e ancora il cielo non era completamente scuro. Senza bambini al seguito, io consiglierei di vedere almeno una volta tutti i principali monumenti illuminati la sera. Dovendoci limitare, ovviamente noi abbiamo optato per la meravigliosa torre. Nell’attesa ci siamo concessi una buona oretta seduti sul prato di Campo di Marte a far giocare la nostra piccola, poi siamo saliti ancora una volta al Trocadéro e scendendo la mamma non ha saputo resistere alla tentazione di accompagnare la sua piccola sul romantico carosello situato proprio ai piedi del monumento. È una cosa semplice ma molto simpatica da fare. La posizione d’élite della giostra non incide sul costo: abbiamo speso 10€ per 6 biglietti.

Nel frattempo si è fatta ora di cena e purtroppo, come avevamo già valutato il primo giorno, non ci sono molti locali nei dintorni ma a questo punto non ci conveniva allontanarci. Siamo quindi entrati praticamente nel primo posto che abbiamo incontrato tornando verso il distretto universitario: il locale si chiama Bistrot de la Tour Eiffel e ora che ve l’ho detto potete anche dimenticarlo!! È stato l’unico ristorante di tutta Parigi in cui mi sia trovata male. Voi penserete che sia ovvio: è a due passi dalla Tour Eiffel, è come voler pranzare di fronte al Colosseo e pretendere di non prendersi una fregatura. Noi non siamo degli sprovveduti, prima di entrare avevamo visto i piatti serviti ai clienti già seduti, avevamo letto attentamente il menù coi prezzi e anche le recensioni su TripAdvisor, tutto era abbastanza in linea con gli altri locali dei dintorni. Avremmo anche potuto salvare il posto nonostante avesse i bagni più sporchi trovati e il cibo non fosse granché buono, se non ci avessero messo in conto due bottiglie d’acqua da 50 ml a 7,40€ l’una!!!! Come sempre noi abbiamo chiesto dell’acqua in caraffa e il cameriere non ha detto nulla salvo poi presentarsi con due bottigliette d’acqua (noi comunque avevamo chiesto una caraffa), aprircele alla velocità della luce e lasciarcele sul tavolo senza che potessimo dire nulla. Mai avremmo immaginato il costo e scioccamente sul momento non abbiamo protestato, d’altra parte il ragazzo si era dileguato all’istante. La sera c’era una maggiorazione del 20% sul prezzo del menù (e questo lo avevamo letto) ma quando abbiamo visto il conto non volevamo crederci!!! Abbiamo contestato ma non c’è stato verso di non pagare e onestamente non volevo neanche perder tempo! Gli auguro solo di fregarsi con le loro stesse mani visto che ormai al giorno d’oggi chiunque scrive recensioni!

Con la cena sullo stomaco siamo tornati sotto la Tour Eiffel, abbiamo ninnato la nostra piccola e ci siamo goduti l’attesa tra il romanticismo dell’atmosfera e qualche “simpatico” topolino che col calare del sole ha iniziato a fare capolino e a scappare qui e lì alla ricerca di cibo.
Il monumento si è illuminato già verso le 21.15 ma il cielo era ancora così luminoso da non rendere l’effetto desiderato! Ed ecco che finalmente allo scoccare delle 22.00 le luci hanno iniziato a brillare per 5 minuti esatti in un sottofondo di stupore e ammirazione generale. Consiglio assolutamente di non perdere questo spettacolo; per i visitatori invernali sarà molto più semplice, per tutti gli altri una sera si può tranquillamente tardare un po‘.

A questo punto era decisamente giunta l’ora di tornare a casa! Abbiamo cercato di raggiungere la fermata della metropolitana più vicina (che purtroppo non è molto comoda) salvo poi trovare la linea chiusa e un autobus sostitutivo che ha accompagnato tutti fino al Trocadéro (che avremmo potuto raggiungere a piedi molto prima se solo avessimo saputo del “disagio”). Dopo un altro cambio di metropolitana siamo rientrati a casa che era già quasi mezzanotte; questa è un’altra delle ragioni per cui, quando possibile, preferiamo muoverci a piedi: tra una cosa e l’altra, pur usando i mezzi pubblici, abbiamo impiegato un’ora e mezza per rientrare a casa.

11/08 Volendo visitare bene tutti gli splendidi musei della città e i tanti monumenti importanti che ospita, il quarto giorno a Parigi avrebbe ancora un programma bello denso. Come ho già detto, la nostra scelta per questo viaggio è stata quella di limitarci ad una visita il più possibile a cielo aperto, senza alcuna fretta e alcuno stress dovuto alle lunghe attese.

In realtà per questa nostra ultima giornata piena in città avremmo voluto tornare a visitare la splendida Reggia di Versailles che, oltre agli interni strepitosi e imperdibili, offre un immenso splendido parco, ideale per intervallare le visite dei vari edifici che lo compongono passeggiando all’aperto con i propri bambini. Qui ci sono fontane, tantissimi fiori, il labirinto e molti angoli deliziosi da ammirare e ovviamente fotografare.
La Reggia si trova a circa 17 km dal centro di Parigi e il modo migliore per raggiungerla è sfruttare la linea C della RER: il biglietto è incluso nel Paris Visite Zone 1-5 di cui vi ho parlato all’inizio del post. Ovviamente il tempo di arrivo dipende da che punto della città si parte e da quanti cambi siano necessari per riuscire a intercettare la linea C. In media diciamo che ci si impiegano 45 minuti.
Nella programmazione di una fuga a Versailles fate attenzione che il lunedì la Reggia e gli altri edifici del complesso sono chiusi mentre il parco e i giardini sono sempre aperti al pubblico.
Anche in questo caso l’ingresso è gratuito a tutti gli under 26 e, oltre l’accesso al parco e ai giardini, include la visita della Reggia, del Gran Trianon e del Domaine di Maria Antonietta. Per tutti gli altri, il biglietto che include tutti questi ingressi si chiama Le Passeport e costa ben 18€! Direi che è si tratta di un risparmio notevole di cui sarebbe un vero peccato non approfittare. Eventualmente si può saltare la visita del Trianon e del Domaine (che bene o male ripetono un po’ ciò che si vede visitando l’interno della Reggia) e acquistare solo il biglietto per il Castello al costo di 15€.
Ci sono poi biglietti extra come quello per assistere allo spettacolo delle Fontane Musicali, che però si tiene solo di martedì, sabato e domenica, e solo nella stagione primavera-estate. E biglietti per accedere ai Giardini Musicali, aree normalmente chiuse al pubblico ma accessibili con un supplemento ogni martedì e venerdì della “bella stagione”.
Avendo un giorno in più a disposizione, consiglio vivamente una visita a Versailles, magari scegliendo una bella giornata di sole per potersi godere al meglio anche i suoi splendidi giardini. Il parco è talmente vasto che per vederlo tutto servirebbe una giornata intera; molti noleggiano addirittura una golf car. Tuttavia, limitandosi alla aree principali e alla visita degli interni, verso le 15.00/15.30 si può anche esser già pronti per rientrare in città e dedicarsi anche a qualcos’altro. Come vi avevo già anticipato, noi avevamo approfittato dell’apertura serale del Louvre spostandoci direttamente al museo dopo la nostra vista della Reggia.

Sfortunatamente i lavori alla linea della metropolitana che ci avevano complicato il rientro la sera prima, complicavano anche il raggiungimento della RER C, costringendoci a numerosi cambi. Inoltre, già dal giorno prima, il clima era andato rinfrescando sempre più e questa mattina il cielo era anche piuttosto coperto e minaccioso. Avendo già “esagerato” la sera prima e sembrandoci la bimba già piuttosto stanca, abbiamo a malincuore deciso di rinunciare alla nostra scampagnata fuori porta. Col senno di poi abbiamo anche avuto la conferma di aver fatto bene: i nostri amici in città ci hanno detto di aver fatto circa un’ora e mezza di coda prima di riuscire ad entrare; mentre noi, nel corso della nostra giornata, abbiamo presto scoperto che la stanchezza della piccola era dovuta alla prima febbre alta della sua vita!! ?

Tornando a noi, abbiamo quindi optato per una giornata tranquilla da dedicare a quei luoghi meno tradizionali che negli ultimi anni hanno acquisito sempre più fama grazie alla diffusione dei social. Siamo partiti dal vicino mur des je t’aimeproprio accanto alla fermata della metropolitana di Abbesses a Montmartre. All’interno di un piccolo parco pubblico poco curato, si trova questo ormai popolarissimo muro di mattonelle blu dove è stato scritto “ti amo” in tutte le lingue del mondo! Tutte le lingue tranne l’italiano, puntualizzerei io, dal momento che in italiano si trova scritto solamente “ti voglio bene”. Questo posto, senz’altro tra gli ultimi in ordine di merito in una città come Parigi, riscuote comunque un gran numero di visitatori ogni giorno!! E quindi eccoci qui anche noi a cadere nel tranello di una classica foto romantica. Ogni pretesto è buono per strappare un bacio al proprio amore!! ?

A questo punto abbiamo approfittato della metro e ci siamo diretti come sempre a Place de la Concorde. Non poteva mancare la quotidiana passeggiata per i bellissimi Giardini di Tuileris e per la Piazza del Louvre. Da qui la strada per la nostra destinazione successiva è minima, tanto che la fermata della metro è la stessa del Museo del Louvre e si chiama proprio Palais Royal-Museo del Louvre.
Palais Royal ad oggi ospita il Consiglio di Stato e il Consiglio costituzionale francese ma ciò che lo ha reso famoso è l’opera d’arte moderna che decora il suo cortile esterno. L’opera consiste in una serie di colonne di svariate misure distribuite in linea fra loro per tutti i 3000 mq del cortile del palazzo: non chiedetemi perché ma anche questo luogo attira moltissimi visitatori.
Da qui ci siamo diretti alla vicina fermata della metro con l’intento di andare a pranzare al quartiere latino salvo poi decidere di rientrare a casa e appurare che il vento continuo e le temperature più rigide del previsto ci avevano colto impreparati e messo ko la nostra piccola. Naturalmente la nostra giornata si è dovuta concludere qui.

Di seguito vi propongo alcune idee perfette per completare una giornata come questa:

  • visitare il bellissimo Museo dell’Orangerie, situato proprio all’interno dei Giardini di Tuileris quindi rientrante perfettamente nell’itinerario del giorno. Il Museo ospita principalmente pittura impressionista: imperdibile la sala delle Ninfee di Monet. Dopo il Louvre e il d’Orsay questo e senz’altro uno dei più bei musei della città e, a differenza degli altri due, si visita facilmente in massimo un paio d’ore. L’ingresso è sempre gratuito sotto i 26 anni mentre il biglietto intero costa 7,50€. Esiste anche un biglietto cumulativo con il museo d’Orsay a 14€.
  • visitare il museo d’Orsay che a prescindere è imperdibile. Qui la visita richiede ben più di un paio d’ore. L’ideale è avere a disposizione un’intera mattina o pomeriggio. Il museo è comunque vicino a Concorde e Tuileris, basta semplicemente passare all’altra sponda della Senna. Il biglietto intero costa 10€.
  • restare in tema luoghi caratteristici e social e scegliere tra Statua della Libertà (ma per raggiungerla preparatevi a camminare tanto in zone poco interessanti perché non ci sono fermate della metro particolarmente comode), il quartiere Montparnasse (e salire sull’omonima torre al cui 56esimo piano si trova una bellissima terrazza panoramica da cui osservare la città a 360 gradi), i bellissimi Giardini di Lussemburgo (ideali da inserire in un itinerario assieme al quartiere latino), Rue Crémieux (poco distante da Gare de Lyon si trova questa strada ancora poco conosciuta, caratterizzata da graziosi edifici color pastello: sembra quasi una piccola Notting Hill o l’ancor più bella Burano), infine Playground Duperre (un esempio di riqualificazione urbana all’interno dello squallido quartiere di Pigalle: si tratta di un campo da basket in un cortile interamente decorato da streetart moderna e coloratissima).

12/08 E così è arrivato anche il nostro ultimo giorno programmato in città! La nostra bimba stava senz’altro meglio del giorno precedente così, dopo aver liberato il nostro appartamento e lasciato le valige al deposito bagagli, ci siamo concessi un’ultima mattinata in città prima del nostro volo in partenza alle 18.40.

Dopo una passeggiata per le stradine di Montmartre attorno casa e l’ennesima contemplazione dell’imponente Basilica del Sacro Cuore, ci siamo diretti, come qualche giorno prima, alla fermata di Barbès Rochechouart per scendere a Cité e girare in zona Notre-Dame.
La giornata apparentemente serena ci ha sorpreso con un acquazzone improvviso, così ci siamo rifugiati nel primo ristorante che abbiamo incontrato e abbiamo pranzato già a mezzogiorno. Vista la pessima esperienza della nostra cena nei pressi della Tour Eiffel, un locale con vista su Notre-Dame ci ha spaventato un po’ ma come per tutti i ristoranti della zona abbiamo trovato il menù fisso e non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà nell’ottenere la nostra caraffa d’acqua. Il locale si chiama 
Restaurant Jardin Notre Dame e sebbene abbia un menù fisso forse leggermente più caro di altri, alla fine si è rivelato il locale in cui abbiamo mangiato meglio; per cui se vi dovesse capitare, andate pure!
Fatta scorta di maccarons in una pasticceria del quartiere ci siamo pian piano avviati per il rientro.

Una volta tornati a prender le valige ci siamo fatti chiamare un taxi dalla reception del nostro aparthotel. Giacché la bambina non stava bene, abbiamo pensato di non complicarci ulteriormente le cose e, col senno di poi, la scelta del taxi la suggerisco a prescindere: si arriva diretti, si viaggia al caldo, si evita la pioggia. Oltretutto, sebbene al momento della chiamata sembrasse nuovamente che nessuno potesse garantircelo, per fortuna il taxi aveva il seggiolino auto.

Abbiamo deciso di partire 3 ore prima del nostro volo, visto che su strada si rischia sempre di incontrare la variabile traffico mentre coi mezzi pubblici si è più tranquilli nel calcolare le percorrenze. Il viaggio in taxi ci ha anche dato una prospettiva ben diversa e cruda su Parigi: come per buona parte delle metropoli del mondo, appena entrati in periferia ci si trova in un luogo completamente diverso dallo sfarzoso ed elegante centro della città. I marciapiedi si riempiono di senzatetto, venditori abusivi e anche spacciatori senza particolare discrezione. Sotto i cavalcavia delle statali si trovano delle vere e proprie tendopoli.

VOLO CANCELLATO
Una volta arrivati a destinazione in perfetto orario, consegnato il nostro bagaglio da stiva e passati i controlli, ad un’ora dal decollo ci ritroviamo nella desolatissima area partenze dell’aeroporto di Orly e non troviamo più alcuna indicazione relativa al nostro volo salvo poi scoprire che era appena stato cancellato!!!!
Potrete benissimo immaginare il panico di due genitori che, con la prima febbre alta della propria bambina, sollevati di poter rientrare a casa nel giro di poche ore, si ritrovano invece bloccati in un paese straniero di cui, a parte qualche parola basilare, non parlano la lingua. ??‍♀️
C’è da dire che l’aeroporto mi è sembrato piuttosto disorganizzato nell’affrontare l’annullamento dei voli, sebbene sembrasse un’evenienza anche troppo frequente visto che solo in quel pomeriggio i voli cancellati erano stati 3 o 4 senza alcuna condizione avversa. Nessuno sapeva dirci cosa dovessimo fare, come e dove potessimo recuperare il nostro bagaglio da stiva che ci avevano ritirato senza preventivarci alcun disagio solo 20 minuti prima. Una volta riusciti ad uscire, ci siamo accodati al servizio clienti di Easyjet con le altre centinaia di persone rimaste a terra. Penso che l’ultimo della fila sia rimasto lì almeno altre due ore prima di riuscire a riprenotare tutto. Io ho approfittato della bambina piccola (in questo caso non c’era alcuna priority d’ufficio) per intercettare una hostess e farmi aiutare. Col senno di poi ho imparato la procedura, che è semplicissima, per cui consiglierei a tutti di provare ad arrangiarsi da soli risparmiando almeno un po’ di tempo a quello che già inevitabilmente si andrà a perdere! Sull’app di Easyjet si inseriscono i dati del proprio volo (o se si è già registrati si trova già tutto) e in automatico si procede alla riprenotazione del volo! Qualora, come nel nostro caso, non vi fossero più voli in giornata e si dovesse restare in città, una volta scelto il primo volo disponibile, è possibile richiedere anche la sistemazione in hotel. Ovviamente non è dato scegliere l’alloggio ma viene assegnato automaticamente. Può essere che si possa scegliere per conto proprio e poi richiedere il rimborso alla compagnia (ma non sono affatto sicura). Per quanto riguarda il volo, il rimborso da parte di Easyjet avviene solo se si prenota il nuovo volo con la stessa compagnia, anche con partenza o arrivo da un aeroporto diverso. Non è possibile invece prendere un aereo di un’altra compagnia che magari parte in giornata e poi chiedere il rimborso.
Il primo volo disponibile per Venezia da Orly era il 14/08 alle 14.00 per cui ben due giorni dopo. Scioccamente non ho nemmeno pensato di chiedere se da Charles de Gaulle ci fossero partenze prima. Confesso che in verità, se non ci fosse stata la bambina ammalata, e se non avessimo perso un intero pomeriggio all’aeroporto per niente, l’avrei vista come una bellissima opportunità di prolungare il viaggio gratuitamente. 
???La compagnia ha sistemato noi e tutti gli altri sventurati all’Hotel Ibis Paris Porte de Bagnolet che, contrariamente a quel che si può pensare, non è affatto in prossimità dell’aeroporto e nemmeno in centro ma comunque al confine della zona 3 quindi abbastanza comodo. L’hotel era basico ma pulito e soprattutto con un’ottima abbondante colazione. Se si punta ad una vacanza al risparmio si può benissimo prenderlo in considerazione! Tuttavia strutture del genere, con una grandissima capienza e altrettanta desolazione, sembrano destinate proprio ad accogliere poveri disagiati come noi.
Abbiamo approfittato della disponibilità del personale aereo per farci chiamare un taxi, anch’esso spesato da Easyjet. Facendo chiamare direttamente la compagnia non abbiamo pagato nulla; diversamente per il ritorno, il taxi chiamato dall’albergo lo abbiamo pagato noi ma conservando la ricevuta è possibile richiedere il rimborso.
Una volta terminata finalmente la trafila e raggiunta la nostra nuova sistemazione per questi due giorni, si era già fatta ora di cena e di nanna. Anche per la cena, e in generale per tutti i pasti dei giorni di permanenza “forzata”, conservando le ricevute è possibile richiedere il rimborso alla compagnia.

13/08 Per questo nostro giorno regalo in città abbiamo deciso di dirigerci in zona Opéra, complice il fatto che fosse la fermata più comoda della linea metro in partenza da Porte de Bagnolet.
Noi avevamo già avuto modo di visitarlo nel corso del nostro intensissimo viaggio precedente ma la linea in questione aveva un’altra fermata interessante: quella per il Père Lachaise, il più grande cimitero di Parigi. Può sembrare una tappa inusuale ma il luogo attira moltissimi visitatori ogni anno in quanto ultima dimora di moltissimi personaggi famosi tra i quali sicuramente il più amato è Jim Morrison.

L’Opèra era un’altra zona che avevamo trascurato durante questo viaggio in quanto, a mio avviso, è un po’ fuori dai giri più interessanti e non ha molte attrattive che valgano la deviazione. Tuttavia può essere un punto strategico per la permanenza in città in quanto qui si incorniciano diverse linee della metropolitana e, anche preferendo muoversi a piedi, si riescono a raggiungere abbastanza facilmente sia Cité e Notre Dame che soprattutto il Louvre e i giardini di Tuileris.
Come tutto il resto, anche il teatro dell’Opèra ci siamo limitati ad ammirarlo dall’esterno in tutto il suo sfarzo. La visita dei magnifici interni è una cosa che purtroppo ci manca ancora.

Quello che invece questo giorno omaggio di permanenza ci ha concesso, è stato entrare per la prima volta alle Galeries Lafayette. Sebbene non mi sia mai fatta mancare un giretto da Harrods quando sono a Londra, le Gallerie Lafayette le avevo sempre snobbate, complice il fatto che a Parigi ci sono moltissime cose più importanti da visitare e che, solo coi suoi musei, si può tranquillamente riempire quasi tutta la propria permanenza in città. È stata pertanto una piacevolissima scoperta questo grande magazzino, non tanto per i suoi negozi, quanto per il suo elegantissimo atrio, ove svetta una magnifica cupola neo-bizantina, e sopratutto per la sua terrazza panoramica all’ultimo piano accessibile a tutti i visitatori gratuitamente e senza alcun tipo di ressa. Devo ammettere che qui ho goduto del più bel panorama sulla città: oltre ad una visuale perfetta sugli inconfondibili tetti della città, proprio di fronte si trova l’elegantissimo teatro dell’Opéra ma si distinguono benissimo anche la Tour Eiffel, il tetto del Grand Palais e la cupola de Les Invalides. Forse non sono in molti ad esser a conoscenza di questo luogo perché mi sono stupita del clima quasi intimo e tranquillo con cui siamo riusciti a goderci il panorama. Ovviamente per i più lussuriosi c’è anche un café dove poter ammirare il paesaggio con maggior comodità e, in caso di mal tempo, riparati da freddo, pioggia e vento.
Dal punto di vista commerciale invece, non trovo il vantaggio di fare acquisti in un luogo del genere, tranne forse al sesto piano dove si trovano diversi souvenirs un po’ più eleganti e ben fatti (ma ovviamente anche più costosi) di quelli che si trovano negli appositi negozi in giro per la città: noi ad esempio abbiamo acquistato l’addobbo di Natale per la nostra collezione proveniente da ogni paese che abbiamo visitato.
Ad ogni modo merita fare un giro anche al quarto piano, dove si trova una passerella sospesa nel vuoto dalla quale è possibile ammirare a 360 gradi il magnifico soffitto a cupola. La fila che non si fa per accedere alla magnifica terrazza panoramica la so trova qui! Noi abbiamo aspettato circa 10/15 minuti ma è stata comunque una cosa simpatica. Nel periodo natalizio penso che il tempo di attesa si moltiplichi all’ennesima potenza dato che questo è senz’altro il miglior punto per ammirare il magnifico enorme albero di Natale che sale dal centro dell’atrio quasi fino al soffitto.
Ultima nota di merito per le Galeries è che qui i bagni sono attrezzati di fasciatoio per i bambini. È stato l’unico posto di tutta Parigi dove lo abbiamo trovato. Fortunatamente la bella stagione, e il fatto che la bimba fosse già più grandicella, ci ha permesso, all’occorrenza, di arrangiarci con facilità direttamente dal nostro passeggino per la città.

 

Una volta usciti dalle Galeries Lafayette ci siamo incamminati verso i soliti Giardini di Tuileries. Lungo la strada ci siamo fermati in un panificio dove abbiamo fatto scorta di panini e focacce da gustarci tranquillamente a pranzo una volta giunti a destinazione. Goduta per l’ultima volta di questa dolce atmosfera, con la pancia piena, ci siamo rimessi in marcia verso i quartieri latini. Questa volta abbiamo approfittato della nostra giornata regalo per spingerci, sempre a piedi, un po’ più avanti, passando di fronte alla Sorbona e arrivando poi fino al Pantheon.
Essendo agosto, la zona della prestigiosa università francese era molto tranquilla ma la piazzetta di fronte alla facciata principale dell’edificio è ricca di café e librerie che ravvivano senz’altro l’atmosfera nei periodi di attività universitaria.
Poco più avanti si giunge quindi al Pantheon che, ispirandosi a quello della nostra Roma, da chiesa cattolica è divenuto nei secoli una sorta di mausoleo volto ad ospitare le spoglie di illustri personaggi della storia francese. Diversamente dal Pantheon romano, l’ingresso è a pagamento e costa 8,50€. Come per la maggior parte delle visite ai monumenti della città, l’ingresso è gratuito per tutti gli under 26 e noi, a suo tempo, ne abbiamo ovviamente approfittato.
Lungo la stessa strada cui fa capo il Pantheon, all’estremo opposto si trovano i Giardini del Lussemburgo, un’altro luogo consigliato da vedere in città sulla scia dei bellissimo Giardini di Tuileris. Noi non abbiamo ancora avuto modo di visitarli: ormai si era fatto tardi ed era arrivata ora per noi di rimetterci in cammino verso la lunga strada per Port de Bagnolet. Siamo quindi tornati a piedi verso Cité e da lì abbiamo salutato definitivamente la splendida Parigi.

14/08 Il nostro secondo volo di rientro era in programma per le 14.15 pertanto abbiamo deciso di prendercela comoda lasciando il nostro hotel all’ultimo minuto possibile. Ci siamo fatti chiamare un taxi che, come vi accennavo, ci faremo rimborsare quanto prima, e siamo arrivati in aeroporto giusto un paio d’ore in anticipo sulla partenza. Questa volta abbiamo aspettato il più possibile prima di consegnare il nostro bagaglio e superare i controlli: siamo diventati prudenti! ? Invece, a parte un’ora di ritardo per l’imbarco e almeno un’altra mezz’ora per il decollo, siamo finalmente riusciti a tornare in patria!!

È stato senz’altro un viaggio impegnativo, caratterizzato anche da qualche imprevisto più o meno serio, eppure io sono già qui che penso ad organizzare la nostra prossima avventura! Viaggiare è l’esperienza più bella che si possa fare! Andare alla scoperta di posti nuovi è meglio di qualsiasi lettura didattica. Stare in famiglia 24h su 24 è la vita! ❤️

Un grazie alla zia Gio per averci accompagnato in questa nuova avventura: più siamo e meglio è! La nostra piccola difficilmente se ne ricorderà ma abbiamo materiale a sufficienza per farle rivivere tutto il suo secondo viaggio ogni volta che lo vorrà! ?

Andate a Parigi e innamoratevi anche voi! ?

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